Anima e corpo. Donne e fedi nel mondo mediterraneo

Anima e corpo. Donne e fedi nel mondo mediterraneo


Martedì 27 febbraio ore 17.30 il Centro Culturale Protestante di Firenze "Pier Martire Vermigli" organizza una discussione a partire dal libro:

"Anima e corpo. Donne e fedi nel mondo mediterraneo (secoli XI- XVI)" di Isabella Gagliardi

Intervengono Fernanda Alfieri (Università di Bologna), Vincenzo Lagioia (Università di Bologna), coordina Lucia Felici (Università di Firenze). Sarà presente l’autrice.

Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno chiesto una breve presentazione dell’evento di questo pomeriggio alla presidente del Centro Culturale Protestante di Firenze, la professoressa Debora Spini.

 

L’evento si svolgerà su ZOOM al seguente link;

https://us06web.zoom.us/j/81901508306

ID riunione: 819 0150 8306

Codice d’accesso: 842433

Accendi la tua vita di preghiera

Accendi la tua vita di preghiera

Torna la Gip delle donne avventiste. Pulpiti al femminile sabato 2 marzo.

Lina Ferrara – Come ogni anno, anche in questo 2024, il primo sabato di marzo è dedicato alla Giornata internazionale di preghiera (Gip) delle donne avventiste. Il 2 marzo, i pulpiti di diverse chiese in Italia e nel mondo saranno al femminile. “Accendi la tua vita di preghiera” è il tema che sarà sviluppato durante il sermone del mattino e il seminario del pomeriggio.

“Come va la vostra vita di preghiera?”, chiede Heather-Down Small, compianta direttrice mondiale dei Ministeri Femminili scomparsa all’inizio di gennaio, nell’introduzione alle risorse della Gip 2024. 
“Cosa rispondereste?” continua “Direste: ‘È ben accesa!’. Oppure: ‘Va tutto bene’. O altrimenti potreste essere veramente oneste e dire: ‘Langue, è inesistente e ha bisogno di aiuto’. Bene, qualunque sia la vostra risposta, queste risorse sono per voi. Il tema si concentra direttamente sull’aiutarvi a infiammare la vostra vita di preghiera, ma include anche altri ambiti della nostra crescita spirituale, che necessitano di essere ‘accesi’”.

Small conclude con un’esortazione che diventa ancora più significativa, oggi. 
“La mia preghiera è che, partecipando alla Giornata internazionale di preghiera delle donne avventiste di quest’anno, potrete aprire i vostri cuori e le vostre menti affinché lo Spirito Santo accenda un fuoco dentro di voi, che renderà potente la vostra preghiera, la vostra vita spirituale, le vostre relazioni, il vostro quartiere, il vostro posto di lavoro e anche la vostra chiesa. Che il fuoco dello Spirito Santo risplenda sui vostri volti, nelle azioni e nelle parole”.

Le risorse sono state preparate da Linda Mei Lin Koh, direttrice emerita dei Ministeri in favore dei Bambini presso la sede della Chiesa avventista mondiale, già responsabile dei Ministeri Femminili alla Regione Asia-Pacifico del sud della denominazione.

Il sermone 
Nel sermone, l’autrice individua quattro parole chiave che la preghiera può accendere: il cambiamento, la speranza, l’unità e il perdono. E affida il punto di partenza dell’intero percorso di  predicazione al testo biblico: “La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina, dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2 Pietro 1:3, 4).

Il seminario 
“Cinque benefici spirituali della preghiera” è il titolo del seminario in cui Linda Mei Lin Koh condivide il benessere che produce una connessione quotidiana e costante con Dio. Gli effetti positivi non riguardano solo la sfera prettamente spirituale o emotiva. Sono stati riscontrati anche benefici fisici. Secondo i medici, quando si prega, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna diminuiscono, e la respirazione diventa regolare. La preghiera riduce lo stress e promuove sentimenti di controllo e pace mentale.

Il seminario è strutturato in momenti di presentazione e altri di condivisione, per sollecitare la partecipazione di tutti i presenti e arricchire il bagaglio personale di ciascuno.

Infine, l’autrice propone un percorso di preghiera seguendo alcune donne della Bibbia. Sono cinque figure femminili che, grazie alla loro esperienza, aiutano a individuare gli aspetti importanti della vita cristiana. È un’attività molto pratica, da attuare in gruppo e all’aperto.

Sul sito ministerifemminili.avventista.it/ sono disponibili tutte le risorse della Giornata internazionale di preghiera 2024. 

 

 

 

 

Chiamate, scelte, fedeli

Chiamate, scelte, fedeli

Si è svolta a Firenze la Conferenza internazionale delle donne nel ministero.

Notizie Avventiste – “Ho realmente ricevuto la chiamata al ministero? Sono stata davvero scelta per questo servizio nella chiesa? Riuscirò a rimanere fedele nonostante le tempeste personali e professionali che scuotono la mia vita?”. A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere la Conferenza “Donne nel ministero”, organizzata a Firenze dalla Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista.

Dal 4 all’8 febbraio, oltre 60 donne provenienti da tutta Europa si sono riunite presso l’Istituto avventista “Villa Aurora” per riaffermare il loro ministero, incoraggiarsi a vicenda e trovare modi e maggiori opportunità per servire nelle loro comunità, guidate dallo Spirito Santo. Il convegno, rivolto a pastore, cappellane, direttrici di dipartimenti, dirigenti e amministratrici delle istituzioni avventiste, ha fatto un po’ il punto sul servizio delle donne nei ruoli dirigenziali della denominazione, affrontato le fragilità e le sfide di questo percorso professionale, proposto soluzioni, rafforzato la fede.

Ma spesso le donne si sentono insufficienti, nonostante l’adeguata preparazione conseguita e l’impegno profuso.
“I messaggi delle relatrici hanno parlato direttamente al mio cuore; eppure, in qualche modo faticavo ad accettare che il mio posto era lì, che il mio ruolo era quello che era e che ero abbastanza preparata per svolgerlo” ha affermato Tsvetelina Tsvetanova, del Dipartimento Comunicazione presso l’Unione avventista bulgara, che ha partecipato al convegno.

Tre ospiti principali
Audrey Andersson, Kessia Bennett e Edyta Jankewicz, le ospiti dell’evento, hanno condiviso i loro messaggi con umiltà e guidato le donne in questo evento di quattro giorni.
Audrey Andersson, vicepresidente della Chiesa avventista mondiale, è stata apprezzata per aver presentato se stessa, la sua conoscenza, la sua testimonianza e la sua missione di donna nel ministero con tutti i vantaggi e le vulnerabilità. Nei suoi interventi ha rivelato i processi, il significato e i risultati della chiamata, della scelta e della fedeltà nella nostra vita personale e professionale. “All’inizio del ministero, la vocazione sembra chiara, poi, durante il percorso si possono subire critiche ingiuste e ferite così profonde da metterla in dubbio” ha evidenziato. Ha quindi indicato quali strumenti sviluppare per affrontare le difficoltà, combattere lo scoraggiamento e rimanere fedeli alla chiamata di Dio.

Nel sottolineare l’importanza di essere formatrici e tutor delle nuove generazioni, ha fatto notare che “statisticamente la chiesa ha più membri di sesso femminile che maschile. Incidere su questa dinamica significa preparare e creare intenzionalmente opportunità per le donne a tutti i livelli della denominazione… Ognuno di noi è ‘sulle spalle degli altri’. Le generazioni precedenti hanno aperto la strada per noi. In che modo creiamo opportunità per la prossima generazione? Anche se ‘coaching e mentoring’ sono parole abusate, in realtà, sono la chiave per migliorare il nostro ministero e preparare gli altri al ministero”.

Kessia Bennett, responsabile dei pastori della Federazione di chiese avventiste dell’Oregon nella Regione nordamericana, ha sottolineato l’importanza del pastore e il suo ruolo. “Il modo in cui pensiamo al nostro ruolo nel ministero determinerà il modo in cui adempiremo al compito che abbiamo davanti” ha detto in un suo intervento.

Edyta Jankewicz, responsabile associata dell’Associazione pastorale presso la Regione Pacifico del sud, che si occupa delle donne nel ministero, ha parlato di come essere discepole di Gesù. “Il discepolato cristiano è il percorso in cui impariamo a seguire Gesù” è stato uno dei punti che ha trattato nel suo intervento, oltre a mettere in guardia dalla tendenza a equiparare le mansioni spirituali alla vita spirituale e a spronare alla necessaria abitudine di dedicare del tempo all’incontro personale con Dio.
“Ci ha anche offerto alcuni consigli pratici su come connetterci e da cosa disconnetterci per avere il tempo e una relazione significativa con Dio” ha ricordato Tsvetanova sul sito Eud News.
“Tutti e tre le relatrici hanno condiviso apertamente le loro conoscenze e le loro esperienze personali. Un sincero messaggio di speranza, umiltà e affermazione ha accompagnato ogni presentazione, sempre seguita da un momento speciale dedicato alla preghiera” ha aggiunto.

Momenti di adorazione e condivisione 
Le giornate, come sempre, iniziavano con una riflessione biblica tenuta da persone speciali, invitate a introdurre i momenti di adorazione e preghiera mattutine e serali. Gli ospiti sono stati: Dagmar Dorn, direttrice del Dipartimento dei Ministeri Femminili dell’Eud; il past. Mario Brito, presidente dell’Eud; il past. Andrei Cretu, presidente dell’Unione avventista italiana (Uicca); il past. Ventsislav Panayotov, responsabile dell’Associazione Pastorale dell’Eud.

“Se vuoi andare forte, devi affrontare le sfide. Le sfide portano al successo… Accettale con pazienza. Ricorda che il nostro capo è Dio. E se Dio è con noi, siamo molto più potenti” ha affermato il presidente Brito, incoraggiando la platea.

Le donne presenti hanno anche avuto la possibilità di condividere le gioie vissute e le lotte affrontate. Questo tempo quotidiano ha permesso di stringere rapporti di amicizia, ritrovarsi nelle esperienze delle altre e quindi sapere di non essere sole, sviluppare una sincera empatia l’una per l’altra.

“Abbiamo adorato insieme, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso apertamente, abbiamo imparato, abbiamo sperimentato il frutto dello Spirito e, inoltre, abbiamo ragionato sulle sfide che affrontiamo come donne nel ministero. Durante questi diversi giorni insieme, abbiamo discusso questioni relative alla nostra fede, alla nostra relazione personale con Dio, al nostro ruolo, al nostro scopo e alla nostra missione nel ministero” ha spiegato Tsvetanova.

Alcune testimonianze 
“Avevo davvero bisogno di questo momento speciale. Ciò che ho tratto da questo convegno è l’impressione che, per essere più efficiente nel mio ministero, devo cercare di concentrarmi maggiormente sulla costruzione di un rapporto più sano con Dio e con gli altri. Ho bisogno di quel tempo per la crescita spirituale personale” ha affermato Petya Gotseva, una dei responsabili del Dipartimento dei Ministeri per la Gioventù all’Unione avventista della Bulgaria.

“Sono felice di aver conosciuto altre giovani donne nel ministero. Penso che la Conferenza sia stata una bellissima esperienza per tutti” ha commentato Maike Haase, direttrice del Dipartimento Comunicazioni della Chiesa avventista in Baviera (Germania).

“Questo convegno è servito in modo particolare a far comprendere come ognuna di noi possa contribuire in maniera egregia alla crescita delle persone, nonostante le donne siano ancora considerate da alcuni il sesso debole” ha affermato Rebecca Gaisie, pastora delle chiese avventiste di Gaeta e Cellole, ai microfoni di radio RVS (clicca qui per ascoltare l’intero programma).

“Più che un’esperienza educativa, è stato uno spazio per la crescita spirituale e personale, guidata dalla mano amorevole di Dio e dall’opera trasformatrice dello Spirito Santo in ogni cuore presente. Ciascuna riflessione mirava a rafforzare il legame con Dio e con gli altri. Ma anche a dare il meglio di noi stessi senza dimenticare che il nostro ministero è guidato dal Signore, che lavoriamo per lui e che i limiti dei nostri sforzi si traducono in benedizione per ogni attività” ha scritto Isabel Rodríguez, direttrice dei Ministeri per le Pari Possibilità della Chiesa avventista in Spagna, su revista.adventista.es, grata per il tempo trascorso a Firenze.

“Dovremmo tenere questi incontri più spesso. È davvero incoraggiante e stimolante vedere così tante donne impegnate in diversi ministeri, e condividere le speranze, i sogni e le sfide in modo molto aperto e sincero” ha detto Varta Panayotova, responsabile del Dipartimento Shepherdess (mogli di pastore, ndr) all’Eud.

L’ultimo giorno si è concluso con una tavola rotonda in cui alcune delle partecipanti hanno raccontato come hanno sentito la chiamata al ministero e il percorso intrapreso come pastore. È seguita una cerimonia di benedizione delle donne che hanno da poco  iniziato il loro ministero.

“È stata una conferma della mia vocazione e della mia scelta. Credo fermamente che, attraverso Cristo Gesù e con il sostegno ispiratore delle mie colleghe di lavoro, potrò rimanere fedele fino alla fine” ha concluso Tsvetanova.

Martedì 6 febbraio, le donne hanno avuto l’intero pomeriggio a disposizione per esplorare le bellezze di Firenze e gustare la squisita cucina. Questi momenti di amicizia, di sorellanza e di piacere sono stati vissuti come un completamento dell’atmosfera di crescita spirituale e di comunione respirata durante l’intero convegno.

[Foto e fonte: Eud News/revista.adventista.es]

Visione ambiziosa per l’uguaglianza di genere

Visione ambiziosa per l’uguaglianza di genere

Pari opportunità anche nelle scienze.

In occasione della Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, celebrata l’11 febbraio, pubblichiamo l’articolo di Sara Mosca, specialista in spettroscopia Raman al Rutherford Appleton Laboratory di Oxford. L’articolo è tratto dalla rivista Il Messaggero Avventista di questo mese.

Sara Mosca – La partecipazione femminile nelle discipline della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (Stem), è stata caratterizza da sempre da un significativo divario di genere, anche se la partecipazione femminile all’educazione universitaria ha raggiunto livelli significativi. Nel mondo, le donne costituiscono il 28% dei laureati in ingegneria e nella ricerca si stima ci sia un 33% di ricercatrici donne.

Ho studiato ingegneria fisica conseguendo poi un dottorato in fisica al Politecnico di Milano. Alle lezioni c’era una donna ogni 20 uomini per la triennale, percentuale che poi diminuiva ancora per la specialistica, una su 30. Questi numeri rispecchiano grossomodo la presenza delle donne anche a conferenze internazionali alle quali ho avuto modo di partecipare. Questa tendenza sta gradualmente migliorando in quanto si registra una maggiore presenza femminile, anche nelle cariche importanti a livello organizzativo della conferenza.

Nel 2015 si istituì l’11 febbraio come Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, con lo scopo di “sfatare miti, sconfiggere pregiudizi, superare stereotipi e accelerare il progresso promuovendo iniziative per favorire la piena parità di genere nelle scienze”.[1]

Riporto le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres: “Oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. […] Questa ineguaglianza sta privando il nostro mondo di un enorme talento e forza di innovazione inespresse. Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti”.[2]

Per questa giornata viene reso pubblico un documento dal quale riprendo la conclusione del 2023: “Il nostro è un appello all’azione: stiamo delineando una visione ambiziosa che trasforma il ruolo di tutte le donne e le ragazze in tutti i campi delle scienze per realizzare gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.[3]

Dagli ideali e dai propositi alle difficoltà concrete 
“Avere una visione che trasforma” implica un cambiamento di mentalità generale all’interno della società. Un fattore importante che compromette l’equità di genere è la mentalità sociale sulla donna che viene infusa nelle nostre menti sin da quando si è piccole dalla scuola materna. La bambina deve giocare con le bambole, deve essere brava, vestita di rosa, mentre i maschietti possono giocare con le macchinine e con le costruzioni. Si costruisce già dai primi anni questa differenza nel modo di vedere una bambina o un bambino e ciò incomincia a escludere la bambina dall’aprirsi a poter fare qualsiasi tipo di professione.

I numeri parlano chiaro, ogni 100 ragazze iscritte all’università solo 19 si dedicano a studi scientifici e tecnici, mentre 81 preferiscono frequentare facoltà umanistiche. Ecco perché auspico un cambiamento di mentalità che deve avvenire cominciando dalle nostre case e influenzare la società, la scuola e i governi. Solo allora avremo modo di vederne le conseguenze anche nei numeri delle ragazze che seguiranno un corso di discipline Stem. Ero considerata diversa solo perché avevo voluto fare un percorso di studi che era prettamente maschile e sopportare anche un po’ le battutine di qualche compagno o di qualche professore. Infatti, si pensa ancora che avere più donne in un laboratorio possa aiutare a mantenerlo pulito e non perché sappiano allineare un sistema ottico. Questa mentalità mette un freno alle giovani, quando vuoi affrontare un percorso in un’età che è già difficile soprattutto pensando alle fasi successive al conseguimento della laurea, e quello relativo al lavoro, per il quale la società non è in grado di offrirlo garantendo un’equità di salario tra uomo e donna.

Ancora oggi una donna che dedica la sua vita alla ricerca nel campo scientifico, come sto cercando di fare io, non ha altra possibilità che accettare il precariato per molti anni senza alcuna certezza che domani lavorerà ancora, e non può contare su sostegni adeguati ad aiutare, incoraggiare e stabilizzare i giovani in questa professione.

In un ambiente in cui devi garantire il 110%, ti senti quasi in colpa di dover sacrificare altri aspetti della tua vita, come ad esempio il desiderio di una famiglia, in un contesto in cui già tutto è precario e senti di dover dimostrare sempre il doppio o anche di più per poter provare che sei all’altezza di essere dove sei arrivata, di valere tanto quanto un uomo.

Cambiamenti importanti in Italia e in Europa si stanno facendo. Abbiamo diversi esempi di donne che ci hanno preceduto dando un contributo alla società nel campo della ricerca scientifica.

Purtroppo, in passato le donne scienziate sono state vittime di tanti furti. Cito il più noto esempio dell’“effetto Matilda” (fenomeno per il quale il risultato del lavoro di ricerca compiuto da una donna viene in tutto o in parte attribuito a un uomo). Lise Meitner, la scienziata innamorata della fisica nucleare, nominata 49 volte al Premio Nobel per i suoi lavori sulla radioattività e la fisica nucleare, nonostante il suo ruolo essenziale, non è mai stato riconosciuto il suo valore dalla comunità scientifica di allora. Come lei, molte altre sono state derubate dei loro studi e delle loro scoperte perché erano donne, e il merito veniva attribuito a uomini che lavoravano con loro. Una donna a cui invece sono stati dati i dovuti riconoscimenti è Marie Curie che vinse il Premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911.

Ecco cosa ha detto Anne L’Huillier, Premio Nobel per la fisica nel 2023, nel suo discorso: “120 anni fa, Marie Skłodowska Curie fu la prima donna a ricevere il Premio Nobel per la fisica. Sono la quinta. In più di 100 anni, solo due donne hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica. Negli ultimi cinque anni già tre donne hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica! Spero che questa sia una nuova tendenza, che possa ispirare le nuove generazioni!”.[4]

Io sto facendo i miei primi passi in questa nuova generazione, vorrei condividere con voi l’ambito di ricerca su cui lavoro. 
Partecipo al progetto di ricerca in una collaborazione che vuole proporre una nuova piattaforma sia per la diagnostica sia per l’approccio terapeutico delle cellule tumorali, usando tecniche non invasive di spettroscopia nel vicino infrarosso. Utilizziamo dei laser per poter vedere e leggere la presenza di nanoparticelle che si vanno ad attaccare al tumore, e in questo modo possiamo anche caratterizzarle e visualizzarle all’interno dei tessuti.

Una volta che si riesce a localizzare le cellule tumorali con il laser, l’idea è quella di poter applicare un’altra luce che in qualche modo faccia morire queste cellule per effetto termico. In realtà questa è solamente una delle tante applicazioni che si possono fare usando la spettroscopia Raman, che è la tecnica che uso e che nella configurazione specifica viene denominata Spatially Offset Raman Spectroscopy (Sors – si tratta di una modifica che permette di vedere in profondità i tessuti e non solo). Un altro esempio di possibile applicazione che abbiamo recentemente pubblicato, utilizza la Sors per identificare prodotti falsificati dei vaccini Covid-19 attraverso il contenitore di vetro senza doverlo aprire.

Faccio parte di una équipe di ricerca molto diversificata e multidisciplinare in termini di background scientifico, e quello che vorrei sottolineare è che ogni scoperta non è di uno solo, si tratta di un contributo in condivisione, in cui anche noi donne possiamo fare la nostra parte per il bene collettivo. Avere l’opportunità di farlo, come gli uomini, è quello che si dovrebbe celebrare, secondo me, per la Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza.

Note
[1] Cfr. https://www.ao-pisa.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6098:sabato-11-febbraio-giornata-internazionale-delle-donne-e-delle-ragazze-nella-scienza&catid=217&Itemid=131   
[2] Cfr. https://www.onuitalia.it/giornata-internazionale-delle-donne-e-ragazze-nella-scienza-11-febbraio/ 
[3] Cfr. https://www.womeninscienceday.org   
[4] https://www.nobelprize.org/prizes/physics/2023/lhuillier/speech/  

Siti web consultati il 23.12.2023.

 

 

 

La parità di genere, un tema su cui riflettere nella società e nelle Chiese

La parità di genere, un tema su cui riflettere nella società e nelle Chiese


Si è concluso alla Facoltà avventista di Firenze un convegno sul tema “Donne nel ministero”, che ha visto la partecipazione di oltre 60 pastore avventiste provenienti da varie parti d’Europa, organizzato dalla Divisione Intereuropea delle Chiese cristiane avventiste del settimo giorno.

Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato due delle partecipanti. Ludmilla Biscardi Rebecca Gaisie, che condividono le loro impressioni su questo congresso/convegno internazionale, ma anche sulla loro vicenda umana e professionale in una realtà – quella delle chiese e della società – che spesso fa fatica ad accettare la parità di genere come diritto umano e volontà del Signore.

Parità di genere ancora da conquistare

Parità di genere ancora da conquistare


Nel corso della diretta RVS del 2 febbraio 2024, Roberto Vacca intervista la pastora Mirella Manocchio, presidente della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI), sulle iniziative e gli obiettivi della Federazione e in particolare sul prossimo convegno del 10-11 febbraio promosso dalla FDEI a Roma sul tema della presenza femminile nel mondo del lavoro. Se da una parte sono innegabili le conquiste fin qui ottenute, sono anche evidenti le disparità di trattamento sul posto di lavoro tra uomo e donna.

Belle notizie con Veronica, donne e mondo del lavoro

Belle notizie con Veronica, donne e mondo del lavoro


Nel corso della diretta del 29 gennaio, Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato Veronica Addazio, coordinatrice artistica di RVS.

Tra i temi affrontati: lavoro e genitorialità, una start-up di Lavagna mette in contatto mamme e papà con le aziende family friendly; un Manifesto per l’imprenditorialità femminile, ‘Start We-Up’ spinge per definizione e norme comuni Ue.

Memoria riconciliata o anestetizzata?

Memoria riconciliata o anestetizzata?


Nel corso della diretta RVS del 11 dicembre 2024 Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il professor Alessio Del Fante su argomenti di attualità prendendo spunto da alcuni articoli apparsi sui quotidiani di oggi.

Tra i temi trattati: l’Italia e il problema della memoria storica; il coraggio delle donne.

 

La guerra che non finisce

La guerra che non finisce


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 27 dicembre 2023, Claudio Coppini e Roberto Vacca commentano alcune notizie del giorno con Rosa Maria Di Giorgi, già capogruppo PD Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati e attualmente presidente dell’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) e del Conservatorio di Musica "Luigi Cherubini" di Firenze. 

Tra i temi trattati: la guerra non si ferma a Gaza; le donne che hanno lasciato un segno nel 2023.

Catania. In arte… Donna

Catania. In arte… Donna

Anna Ciminello – Domenica 3 dicembre, presso i locali della comunità avventista di Catania, in via Sapri, si è svolto un evento dal titolo “In arte… Donna”. Scrittori, poeti e storici dell’arte hanno evidenziato l’aspetto più sublime dell’arte.

Perché in arte donna?
Perché la donna è già un’opera d’arte, è un capolavoro e come tale deve essere ammirata, apprezzata e vista nella sua bellezza universale.
Perché l’arte è uno dei più fedeli specchi della società e attraverso di essa le persone possono acquisire la capacità di leggere la storia, il lavoro e i mutamenti delle condizioni sociali nelle diverse epoche.
Perché la donna anche nell’arte ricopre numerosi ruoli: eroina coraggiosa, musa ispiratrice, lavoratrice, madre affettuosa.

Insomma, un incrocio suggestivo per dare forma e colore alle mille sfumature del mondo femminile, non solo oggetto e soggetto di inutili violenze, ma un esempio lirico da imitare.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

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