Bibbia e giustizia sociale

Bibbia e giustizia sociale

Come comprendere l’argomento da una prospettiva biblica.

Heron Santana – Anthony Ray Hinton ha trascorso 30 anni nel braccio della morte in Alabama, Stati Uniti, condannato per un crimine che non ha commesso. Ma giustizia è stata fatta il 2 aprile 2015. È riuscito a dimostrare la sua innocenza con l’aiuto di Bryan Stevenson, un avvocato e attivista americano che ha fondato la “Equal Justice Initiative”, un’organizzazione che si dedica a porre fine alla pena di morte negli Stati Uniti e a combattere contro il razzismo nel sistema della giustizia penale. La sua storia ha ispirato un libro e un film, che in America Latina si intitola “Buscando justicia”.

Ciò che ha fatto Bryan Stevenson ci può aiutare a riflettere sulla Giornata mondiale della giustizia sociale, che si celebra ogni anno il 20 febbraio. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito questa data nel 2007 per promuovere l’equa distribuzione delle risorse e delle opportunità per tutte le persone, senza eccezioni per quanto riguarda origine, genere, orientamento sessuale, religione, etnia o altre caratteristiche personali. Ciò include l’accesso all’istruzione, alla salute, all’alloggio, all’occupazione e alla sicurezza, tra gli altri diritti fondamentali.

Eppure, la giustizia sociale è spesso violata in tutto il mondo. Molte persone affrontano disuguaglianze strutturali e discriminazioni nella vita quotidiana. La disuguaglianza sociale cresce a livello mondiale. Alcuni studi dimostrano che il 10% più ricco del pianeta guadagna il 52% del reddito globale, mentre il 50% più povero riceve solo l’8,5% del totale.[1] La povertà, l’esclusione sociale, il razzismo, il sessismo e altre forme di pregiudizio sono alcuni dei principali ostacoli a una società più giusta.

La Giornata mondiale della giustizia sociale è un’occasione per evidenziare questi problemi e riflettere su come superarli. È un invito a coinvolgere i governi, le organizzazioni umanitarie, le chiese, il mondo accademico, il settore privato e la società civile in uno sforzo congiunto per sostenere l’inclusione sociale, la garanzia dei diritti umani e la lotta alla corruzione e ad altre forme di abuso di potere.

Vi sono azioni individuali a favore di società più eque che richiamano l’attenzione. Negli ultimi 20 anni, come Bryan Stevenson, diverse voci si sono levate in cerca di giustizia. Difensori come la pakistana Malala Yousafzai, vittima di un attacco talebano nel 2012 per aver difeso il diritto delle ragazze all’istruzione, azione che l’ha portata a essere la più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace, nel 2014. O l’attivista americana Tarana Burke, creatrice del movimento #MeToo nel 2006, per dare voce alle vittime di violenza sessuale. O l’ex primo ministro neozelandese Jacinda Arden, che è diventata una leader di fama mondiale per la sua risposta compassionevole all’attacco terroristico di Christchurch del 2019 e ha visitato le comunità musulmane colpite dall’attacco. Sono solo alcuni esempi di persone che lavorano per promuovere l’uguaglianza, l’inclusione e la compassione nelle loro comunità e nel mondo.

E qual è il rapporto della Bibbia con la giustizia sociale? 
La visione biblica di una società giusta è presente in vari testi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Riflette una virtù divina che esige equità, rettitudine ed equilibrio nei rapporti umani e nella società. In Brasile, la Società biblica brasiliana ha pubblicato una versione delle Sacre Scritture con più di 3.000 versetti evidenziati per mostrare ciò che la Bibbia dice sulla povertà e la giustizia.[2]

In uno spettacolare studio sull’integrazione della carità e dello sviluppo sociale nella missione di Dio, il prof. Wagner Kuhn ha ricordato che in tutto l’Antico Testamento viene regolarmente presentata la causa dei poveri, dei malati e degli oppressi, indicando che Israele, la nazione eletta, non ha obbedito alle leggi sociali e religiose di Dio riguardo al benessere del popolo. “Israele avrebbe dovuto aiutare i deboli e gli oppressi, diventando così un modello per le altre nazioni”, ha scritto Kuhn.[3]

La sua ricerca copre anche il Nuovo Testamento e mostra, attraverso l’esempio di Gesù e degli apostoli, le origini di un movimento che ha integrato, nella sua missione di evangelizzazione, un insieme di principi etici e morali a favore di una società giusta ed equa.

Molte persone vedono una controversia tra la giustizia sociale e la giustizia definita dalla Bibbia. Si rendono conto che la giustizia sociale è un concetto ampio e secolare che si concentra sull’equità e l’uguaglianza nelle relazioni sociali ed economiche, mentre la giustizia biblica è un concetto più specifico che si focalizza sugli insegnamenti della Scrittura su giustizia, equità e rettitudine.

Sebbene possano esserci delle differenze, ci sono punti in comune. Per quanto riguarda le fonti, l’idea di giustizia sociale si basa su teorie politiche, economiche e sociali, che cercano l’equità e la dignità delle persone. La visione biblica della giustizia persegue lo stesso obiettivo, basata sulla fede in Dio come fonte di giustizia e compassione. Per quanto riguarda l’approccio, la giustizia sociale si concentra sulla risoluzione dei problemi sociali attraverso le politiche pubbliche e la partecipazione attiva della società civile. La visione biblica della giustizia sottolinea la necessità di un cambiamento interiore dell’essere umano affinché possa agire sui problemi sociali secondo i principi divini della giustizia e dell’amore.

Per quanto riguarda i valori, la giustizia sociale si concentra su questioni come la povertà, la disuguaglianza e la discriminazione, tra le altre forme di ingiustizia. La visione biblica della giustizia comprende non solo i rapporti tra le persone, ma anche il rapporto tra gli esseri umani e Dio, e la responsabilità degli individui verso i loro simili e verso il creato, secondo gli insegnamenti delle Scritture.

I pionieri avventisti 
Queste convergenze portano molte persone e gruppi religiosi a lavorare per la giustizia sociale partendo da una prospettiva biblica. In molti dei suoi scritti, Ellen G. White ha detto molto sulle società giuste. Si è espressa contro la schiavitù e la segregazione razziale. Il centro di ricerca americano “E. G. White Estate” ha messo a disposizione un libro in digitale dal titolo The Southern Work, che contiene interventi e articoli dell’autrice contro il razzismo. Nel testo E. G. White vuole avere una posizione chiara:

“So che quello che dico ora mi porterà a un conflitto. È qualcosa che non voglio, dato che il conflitto sembra continuare negli ultimi anni, ma non intendo vivere o morire da codarda, lasciando il mio lavoro incompiuto. Devo seguire le orme del mio Maestro. È diventato di moda disprezzare i poveri, e in particolare le persone di colore. Ma Gesù, il Maestro, era povero, e ha pietà dei poveri, degli emarginati, degli oppressi, e dichiara che ogni insulto rivolto a loro è diretto a lui stesso”.

Ellen G. White sottolinea così il senso di equità nella visione di Dio a favore dei più vulnerabili: “Gli occhi del Signore sono su tutte le sue creature. Egli ama tutti e non fa differenza tra bianco o nero, tranne che ha una speciale tenera compassione per coloro che sono chiamati a portare un fardello più grande di altri”. E, infine, sentenzia: “Chi disprezza il fratello a causa del suo colore disprezza Cristo”.[4]

Nell’attuale contesto di disuguaglianze economiche e sociali, vale la pena ricordare la sua riflessione nel libro Patriarchi e Profeti a commento del giubileo ebraico voluto da Dio: “Il Signore con queste limitazioni voleva eliminare l’amore per le ricchezze e per il potere. Se una classe sociale avesse continuato ad accumulare beni, impoverendo e degradando altri uomini, ne sarebbero derivati grandi mali; i ricchi avrebbero monopolizzato il loro potere, e i poveri, che agli occhi di Dio sono degni di ogni rispetto, sarebbero stati considerati e trattati come inferiori dai loro fratelli più benestanti. La consapevolezza di essere oppressa avrebbe suscitato la collera della classe più povera, esasperandola e portandola a quella depravazione che apre le porte a delitti di ogni tipo. Dio voleva invece promuovere una società in cui avrebbe regnato l’uguaglianza. I provvedimenti presi per l’anno sabatico e per il giubileo avrebbero in gran parte ricostruito e riabilitato tutto ciò che nell’economia sociale e politica della nazione era stato alterato nel corso degli anni”.[5]

Oltre a Ellen G. White, spiccano altri pionieri come Joseph Bates, attivo difensore dell’abolizione della schiavitù; e Anna Knight, infermiera e prima donna avventista nera a compiere un viaggio missionario negli Stati Uniti, che si dedicò alla costruzione di scuole nel Mississippi, fornendo istruzione e formazione ai giovani neri in un momento in cui le opportunità educative per questa popolazione erano limitate…

L’esempio dei pionieri avventisti può ispirare la chiesa oggi, in un tempo che sfida gli avventisti ad essere agenti della possibile riconciliazione in Gesù. In un articolo del Ministry, rivista ufficiale per i pastori della Chiesa avventista negli Stati Uniti, pubblicato nel 2020, il past. Gary Blanchard, all’epoca direttore della Gioventù avventista a livello mondiale, lancia un invito all’azione a favore di società più giuste.

Scrive: “Il messaggio dei tre angeli di Apocalisse 14 evidenzia il fatto che Dio si preoccupa della giustizia più di quanto lo facciamo noi. ‘Temete Dio [con timore e riverenza] e dategli gloria [e onore e lode nell’adorazione], perché è giunta l’ora del suo giudizio’ (v. 7). Infatti, la conclusione del messaggio descrive l’eliminazione del male da parte di Dio una volta per tutte (vv. 17-20). Alla fine, nessun razzista, violento e ingiusto se la caverà. Il Signore farà presto giustizia, e quindi non dobbiamo scoraggiarci se il male persiste in modo così orribile. Siamo ancora dietro le linee nemiche, ma, lode a Dio, Gesù sta per tornare, e dobbiamo parlare ad alta voce, non a bassa voce, di questa buona notizia”.[6]

Si tratta di un messaggio potente e pieno di speranza per la difesa della giustizia in Gesù.

Note
[1] Quattro percentuali che mostrano perché il Brasile è uno dei due Paesi più diseguali al mondo. Rapporto disponibile sul portale Bbc Brasile al link https://www.bbc.com/portuguese/brasil-
[2] Società biblica brasiliana, Bíblia Sagrada Pobreza e Justiça, 2011.
[3] W. Kuhn, Integrando Beneficência Social e Desenvolvimento na Missão de Deus, CePLiB, Sale/Iaene, 2013.
[4] E. G. White, The Southern Work, ebook disponibile su: https://egwwritings.org/book/b139
[5] E. G. White, Patriarchi e Profeti, p. 451.
[6] G. Blanchard, “Social Justice and the role of young Adventist activists”, in Ministry, dicembre 2020. Disponibile in inglese al link: https://www.ministrymagazine.org/archive/2020/12/Social-justice-and-the-role-of-young-Adventist-activists

(Heron Santana, giornalista, è responsabile del Dipartimento Comunicazioni della Chiesa avventista negli stati di Bahia e Sergipe, nel nord-est del Brasile)

[Fonte: noticias.adventistas.org. Traduzione: L. Ferrara]

Namibia. La Bibbia su lettori audio ad energia solare

Namibia. La Bibbia su lettori audio ad energia solare

Notizie Avventiste – Sono circa 16.000 gli himba che vivono nel nord-ovest della Namibia, in una zona arida, rocciosa e sabbiosa. Questa popolazione seminomade si sostenta grazie all’allevamento, principalmente di bovini. Gli himba trasmettono oralmente la loro cultura. Condividono le loro esperienze attraverso la poesia, la danza e il canto, che li aiuta a conservare e trasmettere le informazioni. In Namibia, il 76% degli abitanti è analfabeta, per questo la Società biblica svizzera sostiene un progetto locale di traduzione della Scrittura nella lingua dei seminomadi e di riproduzione audio su lettori a energia solare poi donati agli himba.

Il progetto di traduzione 
Dato che gli himba non sanno né leggere né scrivere, non hanno avuto accesso alla Bibbia finora. Mostrano interesse per la Scrittura ma solo se viene comunicata oralmente. La Società biblica della Namibia (Sbn) ha tenuto conto di questo e dal 2021 lavora a una traduzione orale della Bibbia con l’obiettivo di permettere alla popolazione himba di accedere alla Scrittura. 

In una prima fase sono stati tradotti e caricati su lettori audio 86 testi biblici della Genesi e dei Vangeli di Marco e Luca. In una seconda e terza fase, che dovrebbe terminare nel 2026, la Sbn tradurrà altri libri biblici, soprattutto del Nuovo Testamento.

[Foto: Silke Gabrisch/SB. Fonte: Apd]

 

 

 

 

Le beatitudini: l’ottava benedizione

Le beatitudini: l’ottava benedizione




Un messaggio speciale a cura del Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, sulle beatitudinil’ottava benedizione.

Le beatitudini: la quinta, la sesta e la settima

Le beatitudini: la quinta, la sesta e la settima




Un messaggio speciale a cura del Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, sulle beatitudinila quinta, la sesta e la settima.

Le beatitudini: la quarta benedizione

Le beatitudini: la quarta benedizione




Un messaggio speciale a cura del Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, sulle beatitudinila quarta benedizione.

Repubblica Ceca. Avventisti pubblicano il Nuovo Testamento in lingua rom

Repubblica Ceca. Avventisti pubblicano il Nuovo Testamento in lingua rom

Il progetto, durato 12 anni, è stato definito uno dei più importanti nel Paese.

Notizie Avventiste – La chiesa avventista di Trebechovice pod Orebem, nella Repubblica Ceca, ha tradotto e pubblicato il Nuovo Testamento in lingua rom. Lo ha reso noto Gustav-Adolf-Werk, della Chiesa evangelica in Germania. Anche la radio Deutschlandfunk ha riportato la notizia lo scorso 6 gennaio, precisa l’agenzia stampa Apd.

Tre persone di madrelingua rom hanno lavorato alla traduzione "O Névo Zákonos" per 12 anni: il traduttore Koloman Stanek, lo studioso Zbynek Andrs e il coordinatore Daniel Hrdinka. Il Nuovo Testamento è stato tradotto nel cosiddetto dialetto Abov, parlato a Košice e nell'area circostante, e compreso dalla maggior parte dei rom della Repubblica Ceca e della Slovacchia. In Cechia, circa il 3% della popolazione appartiene alla minoranza rom.

La pubblicazione è stata presentata con una conferenza stampa a cui hanno partecipato i traduttori e i promotori. L'evento ha incluso anche una tavola rotonda sul significato della Bibbia nella società di oggi, una cerimonia di consegna dei libri ai lettori, un concerto di musica ebraica e rom, e una cena a base di specialità rom.

“Caro lettore, ho tradotto per te il libro che mi sta a cuore, la Bibbia, in lingua rom. Ringrazio Dio per avermi dato forza e comprensione, e ringrazio anche le persone che mi hanno aiutato” ha scritto il traduttore Stanek nella sua prefazione.

Il coordinatore Hrdinka ha spiegato: “La traduzione ha riunito persone con storie di vita e conoscenze diverse, inclusi alcuni semplici credenti, con i quali Stanek ha verificato la chiarezza delle espressioni. Inoltre, vi erano specialisti in grammatica rom, in correzione di bozze, in composizione e stampa, e i donatori che hanno contribuito ai costi di stampa. Desidero sinceramente che i lettori sentano in questo libro un legame spirituale con il Padre celeste e, altresì, un legame con le radici della loro cultura”.

Il past. Mikuláš Vymetal, della Chiesa evangelica dei Fratelli cechi (Ekbb) considera “la pubblicazione del Nuovo Testamento in rom uno degli eventi religiosi più importanti del 2022 nella Repubblica Ceca. “Finalmente” ha aggiunto “potranno leggere l’intero Nuovo Testamento nella loro lingua. Allo stesso tempo, attirerà anche l’attenzione dei non rom sul fatto che ci sono molti rom nella Repubblica Ceca che professano la fede cristiana”.

Daniela Cincibusová, membro della Commissione per i rom dal Consiglio ecumenico delle chiese in Cechia, ha sottolineato che la lingua rom è oggi a rischio di estinzione nel Paese. “La pubblicazione della traduzione ‘O Névo Zákonos’ può, oltre a rafforzare spiritualmente la minoranza rom, rafforzare anche la sua lingua in modo che non scompaia”, ha dichiarato.

[Foto: Eud News. Fonte: Adventistischer Pressedienst – Apd]

 

 

 

 

Le beatitudini: la terza benedizione

Le beatitudini: la terza benedizione




Un messaggio speciale a cura del Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, sulle beatitudinila terza benedizione.

Gesù e i discepoli in Samaria

Gesù e i discepoli in Samaria


Con la pastora avventista Silvia Vadi, responsabile dei corsi biblici Voce della Speranza, riflettiamo su un episodio che ci racconta la Bibbia:

«Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme. Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio. Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme. Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: “Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?». Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò. E se ne andarono in un altro villaggio» (Luca 9:51-56).

Cosa ci insegna ancora oggi questo episodio in merito ai pregiudizi e al modo in cui relazionarci con gli altri?

Intervista a cura di Alessia Calvagno.

Il messaggio primario

Il messaggio primario

Come scopriamo l’intenzione dell’autore biblico e quanto è importante per interpretare correttamente la Bibbia?

Mario Mitrache – Una delle più grandi sfide per il lettore delle Scritture è scoprire l’intenzione dell’autore nel trasmettere un messaggio di Dio. La mancata identificazione dell’intenzione dell’autore introduce il rischio, sia spirituale sia teologico, di arrivare a conclusioni che non rappresentano il messaggio di Dio. Il percorso che il lettore deve seguire per scoprire l’intenzione dell’autore non può essere seguito in modo caotico. Sono necessari alcuni passi concreti e molto precisi.

Analisi del contesto 
Il primo passo su questa strada è l’analisi del contesto. Questo passaggio prevede alcune fasi importanti.

Il contesto letterario immediato 
Proprio come nessuna parola ha significato in sé e per sé, ma solo in relazione ad altre parole, così nessun versetto biblico ha significato al di fuori della sua relazione con gli altri versi nell’immediato contesto letterario. Uno degli errori più comuni del lettore è quello di estrapolare il versetto o toglierlo dal contesto. L'estrapolazione è un serio ostacolo alla scoperta dell'intenzione dello scrittore nel momento in cui scrive. Per esempio, in 1 Tessalonicesi 5:21, l'apostolo Paolo scrive: “…Esaminate ogni cosa e ritenete il bene”[1]  (il corsivo è nostro). Cosa intende l'apostolo con le parole "ogni cosa"? È biblicamente corretto mettere alla prova assolutamente tutte le cose, indipendentemente dalla loro natura, che siano buone o cattive? Il contesto letterario immediato ci aiuta molto. Il versetto precedente dice: “Non disprezzate le profezie”. Questo è il consiglio di Paolo a una chiesa che credeva che il compito profetico fosse chiuso e che ogni manifestazione profetica fosse pericolosa. In questo contesto, la frase "esaminate ogni cosa" ha senso. In altre parole, Paolo afferma che dobbiamo scrutare tutte le profezie e conservare ciò che è buono.

Il contesto letterario più ampio 
È utile anche il contesto più ampio del versetto. Prendendo lo stesso esempio del brano di 1 Tessalonicesi, si può vedere il carattere escatologico dei capitoli 4 e 5. Leggerli insieme al versetto sopra menzionato sarà di grande aiuto.

Il contesto del libro 
Il contesto del libro o del corpus paolino può aiutarci a comprendere meglio la teologia dell'apostolo Paolo sull’escatologia. I diversi contesti ecclesiali forniscono un quadro più ampio e chiaro della sua teologia.

Il contesto canonico 
Per contesto canonico si intende inquadrare il testo nella teologia di tutta la Scrittura. La Scrittura presenta un quadro completo dell'escatologia. I libri di Daniele e Apocalisse, i passi escatologici dei vangeli e quelli delle epistole generali offrono una prospettiva molto più ampia e completano l'escatologia paolina.

L'analisi storico-culturale 
L'analisi storico-culturale è uno dei temi più delicati della ricerca teologica. La Bibbia è un libro-testo (l'applicazione è fatta solo al contesto temporale e geografico in cui l'autore ha scritto) o un codice-testo (l'applicazione di tutti i passaggi della Scrittura è sovratemporale, indipendentemente dal tempo, dallo spazio o dai destinatari)?

Il contesto storico e culturale dell'autore 
Il consiglio dell'apostolo Paolo riguardo alla liturgia di quel tempo, il rapporto tra uomo e donna, così come tra padrone e schiavo, viene spesso applicato senza tener conto dei contesti storici e culturali. Così, nella sua pratica, la chiesa cristiana ha sostenuto la schiavitù con l'argomento: "Lo dice la Bibbia". La mancanza di discernimento può portare a interpretazioni che non corrispondono all'intenzione dell'autore.

Il contesto ideologico filosofico e teologico 
È importante analizzare anche il contesto ideologico e teologico del tempo dell'autore. Tra le filosofie di tendenza ai tempi del Nuovo Testamento c'erano l'epicureismo, lo stoicismo, il docetismo, lo gnosticismo, ecc. Queste filosofie erano basate su elementi del pensiero greco, quindi costituivano una sfida per la chiesa appena formatasi. Il prologo del vangelo di Giovanni rappresenta una risposta alla sfida del docetismo, che nega l'umanità di Cristo. Con l'affermazione "E la Parola è diventata carne" (Gv 1:14), l'apostolo non vuole solo trasmettere l'idea di identificare Gesù con noi, ma anche sfidare la prospettiva docetista secondo cui la nascita, la vita e la morte di Gesù non sarebbero reali ma apparenti (cfr. 1 Giovanni 4:1-3).

Analisi teologica 
Un ultimo passo importante per scoprire l'intenzione dell'autore è analizzare come un certo versetto è stato visto lungo la storia del pensiero cristiano. Anche se gli interpreti cristiani non possono prendere il posto della Scrittura, la loro prospettiva può aiutarci molto nella sua comprensione.

Lo Spirito Santo 
La Bibbia è l'unico libro che puoi leggere con l'aiuto dell'autore. Gesù ha promesso che lo Spirito Santo ci guiderà in tutta la verità (Giovanni 16:13). È un privilegio di ogni lettore pregare per la presenza dello Spirito Santo, perché è lui l'autore ultimo della Scrittura.

Nota 
[1] Il testo greco ci dà solo il termine “panta”, che significa “tutto”, in riferimento alle profezie.

[Fonte: st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

 

 

 

 

 

 

Le beatitudini: le prime due benedizioni

Le beatitudini: le prime due benedizioni




Un messaggio speciale a cura del Pastore Ted Wilson, presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, sulle beatitudini1 e 2.

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